STORIA
I festeggiamenti del Settembre Rosignanese rinascono nel dopoguerra (1955/1956) anche per impulso dell'allora parroco Don Giovanni Nardini.
Le celebrazioni per il santo patrono, Nicola da Tolentino, che ricorre il 10 settembre si aprivano con la sfilata dei carri allegorici e si chiudevano con la "pollastrata", una cena a base di polli arrosto e patate.
Inizialmente i carri allegorici erano allestiti dai residenti nelle zone dell'Acquabona, la Piazza, il Comune e dalla Parrocchia. La competizione era molto alta. Venivano preparati all'interno di alcuni locali che si trovavano in Piazza San Nicola a lato della Chiesa. Si trattava di realizzazioni molto semplici, spesso si trattava anche solo di una botte caricata su un pianale addobbato con uva e frasche di vite. Si trattava di carri dei contadini tirati dalle vacche.
In seguito si cominciò a realizzare carri più elaborati con mascheroni in cartapesta. I lavori di realizzazione si svolgevano in luoghi improvvisati all'aria aperta (dietro la villa Coviello in località Paradiso e Paradisino) e spesso servivano enormi tendoni per proteggerli dalla pioggia. Gli artisti del paese (Leonello, Fausto di Gorino Rossi e Nerino) costruivano le intelaiature per le figure e i ragazzi più giovani le completavano con i giornali e la colla. Poi tutti provvedevano a dipingere le loro realizzazioni con l'aiuto anche di pittori esperti come Chicchi Vestrini.
A Settembre si faceva una grande festa. Il corteo religioso in processione faceva tutto il giro del paese fino a Molino a Vento e tutti i residenti sul percorso addobbavano le finestre.
Per la realizzazione della cena finale, la pollastrata, spesso si ricorreva alla collaborazione della mensa della fabbrica Solvay che forniva le pentole e l'occorrente per la cucina.
(Informazioni tratte da: Monica Melfa, Don Giovanni Nardini - Testimonianze e ricordi di un protagonista della comunità di Rosignano Marittimo nel difficile periodo della guerra, della Resistenza, della Ricostruzione, 2007)